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Il potere comunicativo della moda

giuliascarpaa

Aggiornamento: 20 feb

Ospite come co-conduttrice durante la seconda serata del Festival di Sanremo, Bianca Balti ha deciso di celebrare la vita attraverso quattro abiti, ognuno dei quali ha rappresentato qualcosa di unico.


La top model durante la conferenza stampa che ha preceduto la diretta, ha espressamente dichiarato l’intenzione di essere lì per lavorare e non per essere etichettata come malata di cancro, cambiando quella narrativa che vede le persone malate solo attraverso la loro patologia.

Non ha infatti lasciato spazio né al dolore, né alla sofferenza, nessuna frase motivazionale o lezione di vita, sul palco c’era solo Bianca che, con il suo meraviglioso sorriso e la sua innata spontaneità, ha dimostrato di essere una grande professionista capace di conquistare tutti.



Durante il corso della serata ha utilizzato il potere comunicativo della moda per raccontarsi, ha infatti sfoggiato quattro diversi abiti, ognuno dei quali racchiudeva una parte di sé.

Per il suo ingresso ha scelto un look firmato Valentino, disegnato appositamente per lei dall’attuale Direttore Creativo Alessandro Michele.

L’abito caratterizzato con scollo a “V” ed un lungo strascico, decorato con paillettes sulle spalle ed un’applicazione di piume sulla lunga gonna, è stato completato da guanti in pizzo neri ed orecchini firmati Bulgari.

Con questo look Bianca, insieme ad Alessandro Michele, ha voluto celebrare l’eleganza della rinascita e la forma di un nuovo capitolo in cui, nonostante le difficoltà, cui ha riscoperto la bellezza della vita.



Per la seconda uscita, la modella si è affidata ad Armani Privé. Il vestito blu notte, ricoperto da paillettes che donavano un’importante luminosità nonostante i toni scuri, avvolgeva la figura in una dolce sirena. Lo scollo a “V”, impreziosito da cristalli, aggiungeva luce all’abito.

Un look potente ma allo stesso tempo elegante, non a caso la scelta del colore. Il blu è infatti simbolo di potenza e determinazione, ma anche spiritualità e meditazione.

Attraverso quest’abito ci ha inevitabilmente indirizzati verso la riflessione, un invito a prenderci una pausa dal caos della vita e dare importanza alle cose che spesso diamo per scontate, ma che in fondo sono quelle che contano veramente.



La visione eterea di Bianca con addosso il terzo abito, firmato Fendi Couture, sarà sicuramente qualcosa di cui non ci scorderemo facilmente. Il capolavoro di alta moda, ha avvolto la sua silhouette in tripudio di strass e paillettes cuciti su un tessuto semitrasparente, i quali, riflettendo la luce ad ogni movimento, creavano l’effetto di una seconda pelle. Come se una figura celestiale, fosse scesa dalle scale dell’Ariston.

È stato uno dei momenti più significativi della serata, il look è stato vera e propria celebrazione di vita, rappresentazione della bellezza che si cela anche nelle forme più semplici.



Infine, come ultima apparizione, ha scelto un abito di Roberto Cavalli, disegnato per lei dal Direttore Creativo Fausto Puglisi, ispirato all’archivio della collezione autunno-inverno 2005/2006 del marchio italiano.

L’abito bianco perla in seta, decorato con paillettes e cristalli, presentava un’apertura sotto il seno che ha lasciato intravedere la cicatrice sull’addome della modella.

“Il battito di un cuore che non ha paura di battere. Il carattere che lascia il segno”, sono le parole che accompagnano le immagini di quest’abito su Instagram.

Un cuore, Bianca, che non ha paura di mostrarsi nella sua vulnerabilità, con segni visibili della malattia che le ha fatto riscoprire la bellezza della semplicità della vita.

Il suo carattere che ha lasciato un segno in ognuno di noi, perché nonostante lei stessa non abbia voluto impartirci nessuna lezione di vita, dopo averla vista su quel palco non siamo le stesse persone di prima.


“Nella vita bisogna condividere la propria forza, non consigli”, è stato il motto con il quale Bianca ha affrontato questa sua esperienza. Con il suo sorriso e la sua spontaneità, ha avuto il potere di farci riassaporare la bellezza della vita, essendo semplicemente se stessa.

 
 
 

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